Andrea Crespi è tra i nomi più rappresentativi della ricerca artistica contemporanea in Italia. Il suo nome è ormai sinonimo di Phygital, espressione che indica una pratica capace di attraversare – con coerenza e intensità – tanto i linguaggi fisici quanto quelli digitali: pittura a olio e acrilico, arte urbana, NFT, installazioni immersive. La sua cifra visiva si articola intorno a un linguaggio essenziale e al contempo dinamico: le linee, tratto distintivo della sua poetica, non sono soltanto forma ma dispositivo narrativo. Esse abbracciano, sezionano, riducono e ricompongono figure e concetti, costruendo un alfabeto riconoscibile e personale, nato da una lunga fase di spe- rimentazione e da un’esigenza di semplificazione visiva della realtà. Il segno diventa così la soglia attraverso cui Crespi elabora il presente. Artista multimediale nel senso più pieno, Crespi interpreta il ruolo dell’arte oggi come pratica capace di comuni- care la contemporaneità. Per lui, muoversi tra fisico e digitale non è una scelta stilistica, ma una necessità episte- mologica: solo attraversando più media si può davvero restituire l’esperienza del nostro tempo. La dimensione tecnologica, però, non esclude affatto l’interrogazione sul ruolo dell’umano. In questa prospettiva, anche l’uso dell’intelligenza artificiale – che Crespi esplora in alcune opere – non si traduce mai in una delega creativa alla macchina. Al contrario, l’artista ne sfrutta le potenzialità mantenendo saldo il controllo espressivo, affinché il risultato conservi sempre una componente autenticamente umana. Andrea Crespi continua così a muoversi con lucidità e consapevolezza tra i linguaggi dell’arte, senza mai perdere di vista il nodo centrale della sua ricerca: restituire, con segni netti e pensiero critico, un’immagine complessa e profondamente attuale del nostro tempo.