Filippo Tincolini

“Tincolini ha una solida e profonda conoscenza “artigianale” del fare scultura, maturata nel corso degli anni giovanili attraverso un lungo apprendistato “a bottega” da uno scultore, integrata da un’ esperienza successiva, tirocinio in una fonderia di Pietrasanta. Queste esperienze gli hanno svelato i vari aspetti del fare scultura; la resistenza dei materiali che stimola e met-te alla prova la fantasia, la creatività, il sapore titanico dello sforzo, che abbina il concetto, l’idea alla tensione muscolare, per indirizzare gli atomi verso la forma pensata. L’esattezza del gesto, suggerita dal materiale stesso e la sincopata temporalità dello scolpire, l’alternanza fra pause, meditazioni e correzioni nei voli pindarici della fantasia, limitati dall’impossibilità di ripensamenti e correzioni per il marmo. (...) L’inesausta pratica a cui si è sottoposto Tincolini dopo il conseguimento del titolo accademico ha fatto maturare ulteriormente le sue convinzioni, che hanno sostenuto e alimentato il doppio binario su cui ha impostato il proprio operato; quello di continuare a sperimentare nuove soluzioni e dialoghi tra concettuale e formale, nuove pellegrinazioni fra mano e mente e nell’altro percorso – sempre secante e interconnesso al precedente – iniettare “pensiero artigiano” dentro la tecnologia, informandola di “umanesimo”. Dicevamo all’inizio di come la scultura sia la più antropologica delle forme d’arte, in quanto l’uomo riscopre il confronto con l’origine titanica della sua natura, l’attrazione totemica ancestrale della forma solida quando si trova di fronte a una un’opera plastica, in grado di stimolare soggezione, ammirazione e stimolo al pensiero, alla riflessione. (...) Le opere che presenta in galleria sono dispositivi in grado di scuotere l’individuo dal torpore della fruizione mediaticotecnologica a cui ognuno di noi si è abituato nella società dell’iperconnessione, “costringendolo” a un atteggiamento proattivo, per dare corpo a riflessioni soggettive e narrazioni ulteriori. (...) Come testimoniano le opere esposte, Tincolini è in grado di armonizzare le principali tendenze della scultura contemporanea; il ca-rattere legato alla fisicità e alla concretezza del materiale e della sua lavorazione più o meno aderente alla figurazione tout court e l’altra linea di sviluppo plastico, quella più legata alle dinamiche pop e dada che sono state propedeutiche per lo sconfinamento della scultura negli ambiti dell’installazione, del design e dell’architettura.!”

Alessandro Romanini